I terapisti comportamentali considerano la disfunzione sessuale un comportamento “anormale”
Nel trattamento delle disfunzioni sessuali, alle tecniche comportamentali si affiancano spesso gli approcci psicodinamici. I terapisti comportamentali considerano la disfunzione sessuale un comportamento “anormale” appreso e mantenuto nel tempo allo stesso modo. Le varie procedure terapeutiche comportamentali sono state inizialmente sviluppate per il trattamento delle fobie. Nei casi di disfunzione sessuale, il terapista comportamentale vede il paziente come timoroso di un'interazione sessuale.
In queste forme di psicoterapia la disfunzione erettile e quella sessuale più in generale sono ritenute espressioni di uno stato d’ansia ingovernabile.
Tuttavia, numerosi individui e coppie non sono adatti per la terapia sessuale breve di tipo comportamen¬tale. In più, i problemi propri della fase del desiderio sono spesso resistenti alla terapia sessuale. Ciò ha portato allo sviluppo di tecniche terapeutiche combinate che comportano un misto di interventi comportamentali e psicodinamici.
L’introduzione dei principi psicodinamici a fianco delle tecniche comportamentali permette di analizzare pazienti con disturbi sessuali associati ad altra psicopatologia. Il clinico, nella prescrizione di una terapia, valuta sempre attentamente la presenza di una psicopatologia associata.
Il problema sessuale che emerge nel corso di un colloquio iniziale, spes¬so può essere solamente un "falso indizio" per distogliere l’attenzione del clinico da altri problemi molto più gravi e urgenti. In altri casi, il problema sessuale risulta dalla sommazione di una varie¬tà di problemi intrapsichici, coniugali, familiari strettamente interdipendenti.
Nel momento in cui alcuni pazienti sviluppano un sintomo sessuale, questo diventa un’opportunità per intraprendere una qualche forma di psi¬coterapia. L’individuo finalmente si sente motivato a risolvere la sintomatologia che lo affligge. Tuttavia, una volta entrati in terapia i sintomi prettamante sessuali che emergono nel corso del colloquio finiscono per rivelarsi per quello che sono in realtà: una richiesta di soluzione per problemi di altra natura non direttamente collegati alla sessualità.
I pazienti che si candidano maggiormente ad una terapia sessuale breve, sono:
1. coloro che soffrono di leggera ansia da prestazione, ma godono di una struttura di personalità sufficientemente sana e di una relazione di coppia soddisfacente.
2. Pazienti con problemi relativi al raggiungimento dell'orgasmo ma che non abbiano alcuna grave psicopatologia associata
A questo genere di approccio appartiene anche la terapia sessuale di coppia. La base teorica della tecnica della terapia sessuale di cop¬pia è il concetto dell'unità coniugale o diade come oggetto della terapia. Nella terapia sessuale di coppia, predomina l'idea che non sia una sola metà di una cop¬pia ad essere affetta. Entrambe le persone sono coin¬volte in una relazione sessualmente disturbante, ed entram¬be devono pertanto partecipare al programma terapeutico. Viene trattata la re¬lazione coniugale come un “sistema”, ponendo attenzione alla rete complessa di rapporti, allo schema delle transazioni che si ripetono, alle regole inespresse che le governano. Quindi, il funzionamento sessuale è parte di questa relazione-sistema.
Il trattamento è a breve termine ed è orientato pur sempre in senso comportamentale. I terapisti non interpretano le di¬namiche sottostanti la situazione, ma presentano un quadro non deformato della relazione in modo tale da correggere la visione distorta o troppo limitata che ha ciascun membro della coppia.
Sono meno adatti alla terapia sessuale breve di tipo comportamentale:
1. I pazienti con disturbi associati al desiderio e all'eccitamento cui siano collegati fattori psicopatoligici più radica¬ti.
Infatti, quando vi è un conflitto nevrotico profondamente radicato relativo alla sessualità oppure quando vi è una grave patologia del carattere, la te¬rapia sessuale breve potrebbe aggravare tali problemi. La prescrizione di esercizi finalizzati a concentrare l’attenzione sui sensi obbligherà la coppia a scontrarsi con tematiche cui solitamente si sottraggono.
2. Coppie con rigidi schemi patologici di re¬lazione e sentimenti cronici di risentimento e amarezza.
Queste coppie difficilmente svolgono gli esercizi loro assegnati di terapia sessuale e oltretutto rischiano di divenire sempre più manifestamente conflittuali. In questi casi le coppie possono beneficiare di una forma ibrida di trattamento chiamato terapia psicosessuale. In questo trattamento, il terapeuta prescrive degli esercizi comportamentali e poi affronta qualun¬que resistenza allo svolgimento degli esercizi con una psicoterapia psico¬dinamica.
3. I pazienti con problemi sessuali asso¬ciati a gravi patologie del carattere (ad esempio, disturbi di personalità borderline e narcisistico) o gravi sindromi sull'asse I (ad esempio, distur¬bo da attacchi di panico, schizofrenia, e disturbo depressivo maggiore).
I pazienti con disturbi ad esordio precoce, soprattutto quelli con schizofrenia e gravi tratti borderline, possono trovare la prospettiva dell’accoppiamento sessua¬le “annichilente” a causa del loro Io assai fragile. In questi pazienti l'inibizione del desiderio sessuale può essere connessa agli stati d'angoscia (l'angoscia di disintegrazione, l'angoscia persecutoria, paura di fondersi col part¬ner), sperimentati nei primi anni dell’infanzia. La rinuncia ai rapporti sessuali sembra pertanto volta alla protezione dell'inte¬grità del Sé.
Per la comprensione psicodinamica delle disfunzioni sessuali occorre innanzitutto comprendere in quale contesto situazionale si manifesta il sintomo.
Bisogna valutare se il problema di desiderio o di eccitamento si esplicita essenzialmente con il proprio partner op¬pure se è generalizzato verso qualunque potenziale partner sessuale. Nel primo caso bisognerà valutare l’ambito delle dinamiche interpersonali della diade, mentre nel secondo caso si guarderà alle dinamiche intrapsichiche che si manifesteranno con ogni partner.
La letteratura riporta tre componenti del desiderio sessuale che devono agire in sincronia perché deside¬rio ed eccitamento siano adeguati: pulsione, desiderio e motivazione. Il terzo elemento, la motivazione, è collegato a quella che in psicologia è chiamata “la relazione oggettuale” ed è questo il fattore su cui principalmente si concentra l'intervento terapeutico.
Prof. Di Giorgio Giovanni