La spirale (o IUD) è un dispositivo in plastica ( polietilene ) a forma di “T” di “V” o di ancora capovolta, lungo circa 3/4 del peso di pochi grammi, sul cui stelo centrale è avvolto un filamento di rame o di rame e argento.
I meccanismi di azione sono molteplici: uno è legato alla presenza del rame in alta concentrazione, tossico per gli spermatozoi, l’altro è la sua funzione di “antiannidante , poiché il dispositivo causa modeste modificazioni locali della mucosa uterina, capaci - insieme a variazioni funzionali delle tube - di disturbare il processo di fecondazione e/o di annidamento dell'uovo.
Inoltre, qualora l’ovulo dovesse essere fecondato, il prodotto del concepimento non potrà attecchire attaccandosi alla parete uterina in quanto l’ambiente viene reso inadatto dalla presenza del corpo estraneo.
E’ questo il motivo per cui la spirale non viene inserita nei consultori di ispirazione cattolica e può invece essere usata anche a distanza di 3 o 4 giorni da un rapporto a rischio di gravidanza indesiderata.
Un recente studio, però, condotto per conto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dimostrato che il più frequente meccanismo di azione della spirale è quello di prevenire la fertilizzazione dell'uovo, e perciò funziona più come contraccettivo che come miniabortivo.
Prima di inserire lo IUD è necessario fare una visita ginecologica accurata ed un pap-test.
Lo IUD dev'essere posizionato all’interno dell’utero da un medico con una modalità che deve rispettare tutti i canoni di sterilità e sicurezza della piccola chirurgia ambulatoriale e rimosso da un medico.
Non occorre anestesia. Si inserisce di solito al terzo o quarto giorno delle mestruazioni, sia perchè negli ultimi giorni del flusso mestruale il collo dell'utero è un poco dilatato, sia perché la donna è certa di non essere incinta.
E' opportuno sottoporsi ad una visita di controllo dopo il primo, il terzo e il sesto mese di uso e successivamente ogni sei mesi.
Può essere inserito inoltre sei settimane dopo un parto, mentre dopo un taglio cesareo è invece necessario attendere qualche mese perché la cicatrice dell’incisione uterina si consolidi.
Lo IUD può essere inserito anche nelle donne che hanno effettuato un aborto: sarà opportuno attendere il primo ciclo mestruale dopo l'interruzione della gravidanza.
Vige tuttora l’usanza di non mettere la spirale a donne che non abbiano ancora avuto figli, poiché l'uso della spirale nelle donne che non hanno mai partorito può provocare disturbi simili ai dolori mestruali, che tendono a regredire dopo i primi 2 o 3 mesi.
Per le donne che non hanno mai partorito inoltre l’inserzione può risultare dolorosa e, sia pure raramente, provocare vertigini e/o nausea.
Lo IUD può essere usato per diversi anni; i dispositivi intrauterini medicati con rame vanno sostituiti seconda del tipo ogni 2, 3 ma possono rimanere all’interno dell’utero per 5 anni senza perdere la loro efficacia che però non è mai del 100%,pur essendo lo IUD è uno dei metodi contraccettivi più efficaci (98-99%).
Dopo la rimozione, in genere si può introdurre un nuovo IUD nella stessa seduta
Poiché esiste la possibilità di un'espulsione parziale o totale inavvertita, la donna dovrebbe imparare ad accertare da sola la presenza dello IUD, soprattutto dopo ogni mestruazione.
L'espulsione spontanea dello IUD avviene più spesso nel periodo mestruale e nei primi mesi di uso del metodo
Occorre pertanto, per essere certi che il dispositivo sia rimasto in posizione, insegnare alla donna come individuare, introducendo un dito in vagina, filo terminale che fuoriesce dal collo dell'utero.
L’utilizzo della spirale è controindicato nelle donne affette da infiammazioni dell'apparato genitale mentre l'utero retroflesso o precedente parto cesareo sono controindicazioni relative, da sottoporre caso per caso alla valutazione del ginecologo.
Le prime mestruazioni dopo l'applicazione dello IUD sono spesso più abbondanti e ci possono essere delle piccole perdite tra una mestruazione e l'altra. Sono molto rari i casi di disturbi, tali da rendere necessaria la rimozione della spirale (5% circa).
Esiste in commercio una spirale “medicata” contenente ormoni che trova l’indicazione nelle donne con cicli abbondanti che in questo modo a volte possono evitare il ricorso alla chirurgia; l’unico svantaggio sono le sue dimensioni che la rendono inadatta alle donne con un utero piccolo.
Spesso la spirale è stata accusata di aumentare le infezioni ginecologiche e le case produttrici, in genere sul foglietto illustrativo, declinano ogni responsabilità per eventuali sterilità insorte dopo l’uso della spirale.
Allo stato attuale delle ricerche è da escludere che lo IUD provochi tumori
Se una donna rimane incinta con la spirale inserita e decide di portare avanti la gravidanza, lo IUD può essere rimosso entro la 12a settimana per ridurre il rischio di un aborto con infezione, ma - se viene lasciato nell'utero - non provoca malformazioni al prodotto del concepimento.
Redazione nuovaitaliamedica.it