L'organismo, per difendersi dal freddo, mette in alto due tipi di meccanismi : uno locale ed uno generale. La reazione generale è data da modificazioni meta-boliche che portano ad un aumento della produzione di calore per compensarne la perdita; la reazione locale è costituita da modificazioni vasomotorie. La vasocostrizione cutanea è un efficace meccanismo di conservazione del calore corporeo.
Termoregolazione locale
La temperatura cutanea è espressione dell'equilibrio fra termoproduzione e tennodispersione. E' in rap¬porto diretto con l'irrorazione sanguigna che le apporta il calore e la temperatura ambiente che ne influenza la dispersione.Quando ci esponiamo al freddo assistiamo ad un abbassamento della temperatura cutanea a volte mollo pronunciato in certe zone come, per esempio, il naso, le orecchie, le dita delle mani e dei piedi. In questi tenitori è possibile un abbassamento termico al disotto dì 10° C, dovuto alle particolari condizioni circolatorie che facilitano il progressivo raffredda¬mento del sangue arterioso e a riflessi vasomotori che permettono una vasocosirizione intensa e pro¬lungata. Tutto ciò può avere delle conseguenze sulla tra finta dei tessuti e causare geloni e fenomeni di congelamento. Nel caso specifico si tratta di un mec¬canismo che, pur avendo come obiettivo la riduzione della tennodispersione. può causare danni ai tessuti interessati. L'organismo tenta però di ridurli al mini¬mo con una vasodilatazione detta paradossa.
Vasodilatazione paradossa
Questa reazione si verifica in tutti quei tessuti super¬ficiali che possono essere esposti ad un freddo inten¬so : viso, naso ed orecchie in modo particolare: dita delle mani e dei piedi. E' un riflesso vasomotorio acquisito che è molto spiccato nei soggetti che svol¬gono un lavoro in condizioni climatiche sfavorevoli (manipolatori di oggeiti freddi, lavoratori delle ghiacciaie, manovali di cantieri all'aperto nei mesi invernali) con esposizioni ripetute al freddo. E' un fenomeno facile da osservare e descrivere nella mano : durante un'esposizione prolungata al freddo si osserva una brusca caduta della temperatura delle dita: il raffreddamento intenso provoca un repentino intorpidimento con impotenza funzionale che impe¬disce qualsiasi movimento di precisione ed è asso¬ciato ad ipoestesia e disestesia. Quando la temperatura della mano si abbassa sotto i 15° C si verifica un aumento del flusso sanguigno locale dovuto ad una modesta vasodilatazione.
E' in questo momento che compare la sensazione di inizio di congelamento. L'aumento del flusso è tempora¬neo, in effetti si assiste a delle vasodilatazioni transitorie, accessuali in una zona in vasocostrizione. Ciò non avviene contemporaneamente ed in sincronia in tutte le dita della mano (hunting) e il fenomeno può persistere per diverse ore in caso di raffreddamento prolungato.
La vasodilatazione si accompagna ad un aumento apprezzabile della temperatura cutanea locale e durante questa fase il flusso sanguigno medio aumenta del \009c.
Questa reazione è ancora più evidente in quanto si accompagna ad un aumentato tono venoso, causando un ostacolo al ritomo del sangue. Si spiegherebbero così un certo edema e l'aspetto a salsiccia delle dita.
Conseguenze
La vasodilatazione paradossa ha come fine principale la salvaguardia del trofismo cutaneo e tissutale locale. Tuttavia, se la superficie esposta ai freddo è estesa, il suo riscaldamenlo comporta anche una notevole dispersione del calore corporeo a cui l'organismo deve far fronte con un aumento della termoproduzione. Non sono ben conosciuti i meccanismi di questa vasodilatazione al freddo. Essi sono perfettamente efficaci : grazie a loro, infatti, dopo una fase dì acclimatazione, possono essere tollerate temperature ambientali che avrebbero potuto causare
gravi complicanze locali.