L’ipogonadismo, nell'uomo, comporta la carenza di testosterone e di altri ormoni androgeni prodotti nei testicoli. Si tratta di una malattia le cui cause possono essere molteplici, data la complessità del processo di produzione di testosterone. Il deficit, infatti, può essere generato a diversi livelli della catena di stimolazioni ormonali che stanno alla base della produzione di testosterone con conseguenze sullo sviluppo sessuale e fisico. Si stima che il disturbo colpisca il 6% degli uomini adulti.
Può determinare riduzione della fertilità o infertilità, riduzione del desiderio sessuale, tono dell’umore basso, peluria rada, anemia, ridotto sviluppo osseo o muscolare (la gravità dei sintomi varia in funzione dell’epoca di insorgenza del disturbo) con conseguente riduzione di energia.
La patologia nell’uomo può insorgere a causa di anomalie genetiche o congenite , infezioni e patologie ipofisarie, ma appare correlato anche all’avanzare dell’età (spesso il sintomo più evidente in questi casi è rappresentato dal calo del desiderio sessuale) e all’azione di agenti tossici e/o radianti (chemioterapia, radioterapia)
Gli effetti del deficit di testosterone differiscono in funzione dello stato di sviluppo nel quale esso si verifica: nella vita fetale, porta allo sviluppo di vari gradi di ambiguità sessuale; prima della pubertà, causa un mancato sviluppo sessuale secondario, con genitali infantili, eunucoidismo, mancata crescita della peluria androgeno-dipendente, voce con tonalità acuta e persistenza della distribuzione del grasso corporeo di tipo prepuberale. Negli adulti il deficit di testosterone è associato a ridotta libido e potenza, infertilità, letargia, affaticabilità e una serie di modificazioni comportamentali. Il maschio ipogonadico ha caratteristicamente anche una pelle liscia, giovanile, testicoli di dimensioni ridotte e scarsa peluria facciale e corporea. Una riduzione del volume eiaculatorio, o addirittura l’assenza, è una caratteristica precoce della perdita della libido causata dall’ipogonadismo.
Le malattie croniche, comuni nei pazienti più anziani, riducono i livelli di testosterone circolante, che sono anche ridotti per effetto di obesità massiva e di consumo di alcool.
Recenti studi sostengono che l’ipogonadismo maschile provoca la disfunzione erettile in circa il 19% degli uomini italiani, pertanto l’ipogonadismo è spesso definito come la menopausa maschili.
Gli esperti in andrologia ribadiscono l’importanza della diagnosi, la quale deve avvenire se vi sono tre sintomi specifici: minore frequenza di erezioni mattutine, disfunzione erettile totale, riduzione dei pensieri sessuali.
L’ipogonadismo maschile viene curato mediante la terapia sostitutiva (ART, terapia androgenica sostitutiva). Per ripristinare l’equilibrio dell’organismo, infatti, vengono somministrati quegli ormoni che, a causa di malattie o dell’invecchiamento, non sono prodotti a sufficienza.
Generalmente si utilizza il testosterone ma, qualora il paziente presenti infertilità e desideri avere figli, la terapia sarà a base di gonadotropine, per promuovere la maturazione degli spermatozoi.Per la cura dell’ipogonadismo, primario o secondario, nei bambini si tende invece a ritardare l’assunzione di testosterone. Prima dell’età dello sviluppo infatti, verranno somministrate gonadotropine al fine di stimolare la maturazione dei testicoli e la produzione di testosterone.
Uno stile di vita sano, ossia caratterizzato da una regolare attività fisica e da una dieta equilibrata, aiuta a rallentare il calo fisiologico di testosterone legato all’avanzare dell’età e permette di ritardare, nel possibile, la menopausa maschile e la disfunzione erettile ad essa legata.
Nim