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Non è tutto tunnel carpale ciò che “formicola”

La presenza di “formicolio” alle mani e/o ai piedi è un evenienza abbastanza frequente nella vita di una persona. Basti pensare che ne è affetto circa il 15% della popolazione sopra i 55 anni. Questi sintomi sono spesso legati ad una patologia a carico dei nervi sensitivi, cioè di quei nervi responsabili di recepire la sensibilità cutanea (sensazione di caldo/freddo, dolore, percezione degli oggetti e in generale dell’ambiente circostante): se questi nervi cominciano a funzionare male, ecco che compaiono sensazioni di “formicolio” (parestesie) e addormentamento alle mani e ai piedi o quella di “camminare sulla sabbia o sulla gomma”, magari unite a senso di “calore” o “bruciore” degli arti.


Tali sintomi, se non causano gravi disturbi o se si presentano solo alle mani, sono frequentemente sottovalutati dal paziente, e attribuiti arbitrariamente ed autonomamente alla famosa “sindrome del tunnel carpale”.


Ma questa rappresenta una patologia con caratteristiche ben determinate: generalmente unilaterale (o, se colpisce entrambe le mani, lo fa in tempi diversi), presena di perdita di forza con parestesie (v.sopra) e “addormentamento” limitati alle prime tre dita della mano (pollice, indice, medio; meno frequentemente anche parte dell’anulare), maggior frequenza in determinate categorie di persone (donne gravide, persone obese, diabetiche, tireopatiche, affette da artrite reumatoide ecc.. ; oppure soggetti che eseguono determinati e ripetitivi movimenti della mano come usare il mouse, suonare alcuni strumenti musicali ecc..). Inoltre è vero che si tratta di una patologia “benigna”, ma è anche vero che il suo andamento è progressivo e potenzialmente invalidante; la benignità sta nella possibilità, una volta diagnosticata, di risolvere il problema efficacemente con terapia medica e chirurgica, tanto più efficaci quanto più precocemente vengono instaurate; da qui l’importanza di rivolgersi allo specialista neurologo.


A maggior ragione, se i sintomi tipici delle neuropatie periferiche (v.sopra) si presentano bilateralmente e magari interessano sia mani e piedi, o se insorgono improvvisamente e presentano una rapida progressione, magari associati ad altri sintomi (abbassamenti improvvisi della pressione arteriosa con sincopi, bruciori intensi a mani e/o piedi, disturbi gastrointestinali tipo diarrea o stipsi ostinata,, bruciori ecc..) diventa ancora più opportuno richiedere il parere di un medico specialista. L’obiettivo è infatti quello di identificare la causa di questa neuropatia, per poterla poi trattare adeguatamente e tempestivamente, prima che il danno sia troppo grave.



Neuropatie che rispondono bene alla terapia sono ad esempio quelle ad esordio acuto o sub-acuto (cioè peggiorano rapidamente entro pochi giorni-settimane), che spesso fa seguito ad un episodio influenzale, e che si possono nella larga parte dei casi trattare con grande beneficio del paziente con terapia cortisonica o con l’utilizzo di immunoglobuline umane da infondere o per via endovenosa (per lo più ospedaliera) o, più recentemente, per via sottocutanea direttamente a casa del paziente.


Nei casi di neuropatia ad andamento più cronico, invece, è importante un approfondimento diagnostico anche solo con banali esami di primo livello (esami ematochimici, elettromiografia con neurografia), che consentono di meglio inquadrare la neuropatia e soprattutto di scoprire eventuali patologie concomitanti che possono essere alla base della neuropatia stessa: ad esempio un diabete misconosciuto (caso frequentissimo!!!), una tireopatia ancora in fase subclinica o una malattia autoimmunitaria (vasculiti, artrite reumatoide ed altre). Una comorbidità pericolosa e su cui porre attenzione particolare è quella con le patologie tumorali: le neuropatie cosiddette “paraneoplastiche” possono infatti rappresentare un campanello d’allarme di una patologia neoplastica, potendo presentarsi anche fino a 5 anni prima della manifestazione clinica del tumore a cui sono annesse; importantissimo, nei casi sospetti, consigliare un programma di follow-up volto proprio a scoprire il prima possibile i segni di tale neoplasia.


Infine, in tutti i casi di neuropatia, e sia che se ne identifichi una causa certa o meno, sono disponibili farmaci di “nuova” generazione (pregabalin, gabapentin, amitriptilina, duloxetina ecc..) ormai da anni ampiamente utilizzati con successo nel trattamento sia delle fastidiose parestesie che del più invalidante dolore neuropatico.

Luca Gentile
Medico chirurgo specialista in Neurologia

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