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ALLATTAMENTO AL SENO PROLUNGATO

L`OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) suggerisce di allattare fino a due anni e oltre, finché mamma e bambino lo desiderano. Questo prima di tutto perché il latte materno oltre il primo anno di vita ha ancora una forte valenza nutritiva. Infatti la composizione cambia per adeguarsi alle necessità del bambino in crescita: i grassi aumentano e il latte materno può fornire il 30% delle calorie giornaliere.





Tuttavia sono molti i dubbi che sorgono quando si parla di allattamento prolungato e in psicologia dello sviluppo non ci sono teorie vere in assoluto, ma teorie frutto dell’osservazione di secoli.


Di certo sappiamo che l’allattamento prolungato non provoca danni irreversibili a livello psicologico del bambino, ma il mondo dell’infanzia e della scienza sull’argomento si divide, considerando che si registrano sempre più casi di mamme che allattano i loro figli anche fino a cinque sei anni.


L’allattamento fa parte dei bisogni fisiologici (nutrimento) e psicologici (attaccamento e relazione con la figura primaria) del neonato.


I vantaggi per il bambino sono: ridotta incidenza, durata e gravità della diarrea, ridotta incidenza dell’otite, ridotta incidenza delle infezioni respiratorie acute, ridotto tasso di ospedalizzazione per queste condizioni, protezione contro sepsi, meningite ed altre infezioni gravi del periodo neonatale, comprese infezioni delle vie urinarie, rischio ridotto di diabete tipo I ed alcune malattie intestinali (appendicite, malattia di Crohn) , rischio ridotto di allergia al latte vaccino nei primi due anni di vita, rischio ridotto di obesità , migliore acuità visiva, diminuita incidenza di malocclusione ed altre anomalie dentarie.


Vantaggi per la mamma: rischio ridotto di carcinoma del seno prima della menopausa rischio ridotto di carcinoma dell’ovaio, possibile miglioramento della calcificazione ossea con ridotto rischio di osteoporosi, ritorno più precoce al peso abituale.



Detto ciò si ritiene che l’allattamento al seno prolungato contribuisca al benessere cognitivo e relazionale del bambino, perché crea un rapporto particolare mamma-bambino che si pensa faccia acquisire al figlio maggiore sicurezza nei rapporti con gli altri.


Ma si ritiene ci sia anche un altro elemento che possa influire positivamente e che potrebbe addirittura essere prevalente: le modalità allevanti generali della mamma che allatta. Difficile chiarire se il vantaggio cognitivo dell’allattamento a lungo termine sia dovuto alla composizione biochimica del latte, all’interazione fisica così intima mamma-bambino o piuttosto alle qualità allevanti generali di una mamma, di sicuro però sappiamo anche che eventuali disagi psicologici nel bambino o nella mamma non hanno alcun rapporto di causa-effetto con l’allattamento al seno, pertanto la mamma deve sentirsi libera di prolungare l’allattamento anche dopo l’anno o di interromperlo per scelte individuali.

Redazione NuonaItaliaMedica

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