L'allergia alimentare è un fenomeno che comincia con una fase, detta di "sensibilizzazione" in cui l'organismo viene a contatto con una o più proteine di origine alimentare e, non riconoscendole appartenenti a sé, le etichetta come pericolose ed inizia a produrre anticorpi specifici per tentare di neutralizzarle. Da questo momento in poi, ogni qualvolta l'organismo entrerà in contatto con l'antigene verso cui è sensibilizzato, scatenerà la cosiddetta reazione allergica liberando istamina.
Una reazione allergica alimentare compare abbastanza rapidamente.
L'individuo allergico deve quindi stare particolarmente attento a limitare il più possibile i contatti con l'alimento verso cui si è sensibilizzato.
I sintomi delle allergie alimentari comprendono gonfiore e/o prurito a livello delle labbra o della lingua, comparsa di orticaria o angioedema e nei casi più gravi shock anafilattico e svenimento.
L’allergia alimentare può scatenarsi non solo in caso di ingestione di alimento, ma anche in caso di assunzione di additivi, di cui, secondo le ultime stime, ogni italiano ne ingerisce in media un chilo all’anno.
Gli additivi alimentari sono sostanze che servono a rendere i cibi piu’ gustosi o a conservarli piu’ a lungo, a farli apparire piu’ allettanti migliorandone il colore, a combattere le contaminazioni da germi. Quelli utilizzati sono circa 360, fra cui per esempio conservanti, stabilizzanti, coloranti. Il meccanismo attraverso cui gli additivi inducono la reazione non e’ del tutto noto, ma sappiamo ad esempio che possono interferire con il sistema immunitario sensibilizzando direttamente attraverso la produzione di anticorpi o modulandone l’attivita’ in senso allergico, ovvero favorendo la sintesi di molecole che facilitano l’insorgenza di allergie. L’uso di additivi potrebbe essere una delle cause dell’incremento delle allergie osservato negli ultimi decenni.
Tra le altre allergie alimentari “nascoste” la più diffusa è quella al nichel, che si manifesta anche con sintomi sistemici e gastrointestinali dopo l’ingestione di uno dei tanti cibi che lo contengono, quali il metallo, i legumi e il cioccolato.
Altra cosa sono le intolleranze alimentari e che non vanno confuse con le allergie alimentari. Un’intolleranza alimentare non prevede una reazione immediata, come avviene invece nel caso delle allergie. Le intolleranze alimentari pare siano legate all'incapacità del nostro corpo di digerire e assimilare alcuni componenti degli alimenti o a delle infiammazioni dell'organismo provocate dal cibo.
Spesso le intolleranze alimentari possono causare sintomi a livello dello stomaco o dell’intestino, difficoltà di digestione, mal di testa, stanchezza immotivata e altri disturbi, a livello dermatologico (acne, dermatiti, eczemi, pruriti), a livello respiratorio (raffreddori, faringiti, otiti, bronchiti), a livello di apparato genito-urinario (cistiti, vaginiti) e metabolico (obesità, cellulite)
Si può diventare intolleranti a quasi tutti i cibi se si continua a a consumarli quotidianamente. I più comuni alimenti a cui si diventa intolleranti sono: latte vaccino, latticini vaccini, frumento, carni rosse (manzo, suino), uova, mela, banana, kiwi, lattuga, pomodoro, caffè, lieviti, ecc.
Sia nel caso di allergie, che in quello di intolleranze, il consiglio è sempre quello di rivolgersi ad un medico specialista, che sia allergologo, ma anche endocrinologo, o dermatologo, al fine di effettuare tutti gli accertamenti necessari e mirati ad individuare l’elemento scatenante e potere così iniziare il prima possibile una terapia idonea.
Redazione Nuovaitaliamedica 4-2-2016