Nelle ultime settimane la stampa italiana è tornata a occuparsi prepotentemente di meningite, lasciando talvolta sottintendere la possibilità di un’epidemia nel paese. In realtà non è esattamente così: i dati epidemiologici, infatti parlano di una “situazione nella media” che, comunque, non deve far abbassare la guardia, soprattutto in tema di immunizzazione. I vaccini, infatti, restano a tutt’oggi l’arma più efficace per contrastare l’insorgenza della malattia.
La meningite è l’infiammazione (acuta o cronica) delle meningi, membrane che avvolgono il sistema nervoso centrale.
L’infezione si presenta tipicamente con una serie di punture rosse sulla pelle che si espandono rapidamente a tutte il corpo, nella meningite batterica, i sintomi compaiono molto rapidamente, nel giro di poche ore.
In bambini e neonati si presentano rigidità del corpo, irritabilità quando si viene toccati, rifiuto di mangiare, pelle pallida, respiro veloce e febbre; negli adulti, invece, compare un forte mal di testa, senso di fastidio verso la luce, sonnolenza, confusione, dolori muscolari, diarrea, mani e piedi freddi e pallidi.
La forma più diffusa (e contagiosa) di meningite è quella causata dal batterio meningococco, che circola in cinque ceppi diversi.
Ma la meningite si può contrarre anche tramite virus (in particolare gli enterovirus) o contatto altri batteri come lo pneumococco, l’Haemophilus influenzae (un batterio che non va confuso con il virus dell’influenza) o l’Escherichia coli. Queste ultime forme batteriche, tuttavia, non sono contagiose. In generale, la meningite virale è la forma meno grave della malattia, mentre quella batterica è più seria e comporta rischio di varie complicanze che possono portare, in alcuni casi, alla perdita di arti o addirittura alla morte.
In Italia, secondo i dati epidemiologici più recenti il numero di infezioni è assolutamente nella norma, almeno per ora tuttavia la meningite resta una malattia particolarmente subdola e aggressiva.
Contro il meningococco sono in commercio tre vaccini. Uno che immunizza contro il solo ceppo C, uno che immunizza contro il ceppo B e il cosiddetto tetravalente, efficace contro i ceppi C, W, Y e A. Inoltre un altro vaccino, l’esavalente, include l’immunizzazione contro Haemophilus influenzae. Gli esperti consigliano alle fasce di popolazione più a rischio (per esempio gli anziani) di vaccinarsi anche contro lo pneumococco (per scongiurare, oltre al rischio di contrarre la meningite, anche quello di contrarre la polmonite) e contro l’influenza, che può debilitare le difese immunitarie e aprire la strada ad altre infezioni.
Ciò detto, è importante ricordare che nessun vaccino è efficace al 100%: in particolare, l’efficacia dell’immunizzazione contro la meningite si aggira attorno al 94%. È possibile che il sistema immunitario del paziente non risponda in modo ottimale o che condizioni cliniche concomitanti riducano l’efficacia del trattamento.
Il trattamento antibiotico, nel caso in cui si tratti di una forma batterica, è consigliato a chi è entrato in stretto contatto con una persona già malata o che ha contratto la malattia subito dopo. Perché sia efficace, e dal momento che il decorso della malattia è molto rapido, è opportuno che la somministrazione degli antibiotici avvenga il più rapidamente possibile.
In questi ultimi giorni in alcune regioni italiane è stato reso disponibile un vaccino a prezzi scontati da effettuare pagando la prestazione al semplice costo del vaccino e per accedere alla vaccinazione non è necessaria la prescrizione medica, ma trattandosi di una scelta di protezione individuale ed essendo la vaccinazione un intervento sanitario, è importante confrontarsi preventivamente con il proprio medico curante per eventuali controindicazioni.
Redazione Nuovaitaliamedica