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LA TRICOTILLOMANIA

La tricotillomania è il comportamento compulsivo di strapparsi i capelli, un disturbo del controllo degli impulsi, anche autolesivi. Il paziente affetto da questa mania avverte la necessità di tirare prima e poi strappare i capelli, quando è sottoposto a un aumento della tensione nervosa. Tale urgenza può essere scatenata sia da un episodio di estremo piacere e gratificazione, che di agitazione o stress. In ogni caso le sensazioni negative sono quelle che più spesso sono associate al disturbo. Le cause all'origine di questo comportamento non sono ancora state definite chiaramente, ma si ipotizza che la tricotillomania possa derivare da una combinazione di fattori genetici, ormonali ed ambientali.
La tricotillomania, se protratta nel tempo, provoca la comparsa di chiazze glabre a livello del cuoio capelluto o delle aree di cute coinvolte
La mania colpisce indistintamente individui di entrambi i sessi, sebbene i dati riferiscano una maggior prevalenza del disturbo negli individui di sesso femminile.
Nei casi più gravi il disturbo diventa continuo e il paziente può arrivare anche a sentire la necessità di strapparsi ciglia, sopracciglia e altri peli del corpo. Chiaramente questo aggravarsi della patologia è accompagnato anche da disturbi di ansia, depressione o comunque marcata modifica del tono dell’umore.

Il soggetto, superata la fase di soddisfazione, prova un forte senso di disagio e di colpa.

I pazienti, infatti, non sono in grado di fermare questo comportamento, nonostante le ripetute sollecitazioni di trazione provochino l'evidente e spiacevole perdita dei capelli.
La terapia cognitivo-comportamentale rappresenta il primo approccio terapeutico e consente di guidare il paziente a riconoscere gli episodi scatenanti associati alla necessità di tirarsi e strapparsi i capelli. La stessa modalità può essere utile per insegnare a controllare l’impulso. La terapia farmacologica è indispensabile nei casi più gravi: è diretta a controllare l’ansia, la depressione e gli altri eventuali sintomi ossessivo-compulsivi.

La tricotillomania non va confusa con il vizio di toccarsi i capelli o con la normale abitudine di giocherellare con questi. Inoltre, il disturbo non è correlato alla calvizie o all'alopecia.

È importante sottolineare che la caduta dei capelli non avviene spontaneamente, ma è conseguenza di un atto patologicamente autoindotto e ricorrente.

A seguito della perdita dei capelli, ed in concomitanza alla terapia psicologica, è importante che il paziente consulti un medico tricologo al fine di valutare i “danni” provocati dai continui strappi e potere intraprendere così una terapia idonea che possa ripristinare la buona salute del cuoio capelluto e consentire ai bulbi ancora attivi una ripresa e una ricrescita regolare dei capelli.

Redazione Nuovaitaliamedica

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