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IRSUTISMO E IPERTRICOSI

L’irsutismo è una condizione tipica del sesso femminile, caratterizzata dalla eccessiva crescita di peli terminali in zone dove normalmente lo sviluppo è minimo o assente. Di frequente l’irsutismo può essere legato ad una aumentata produzione di androgeni e/o ad una aumentata sensibilità recettoriale degli androgeni.

L’irsutismo è una condizione tipica del sesso femminile, caratterizzata dalla eccessiva crescita di peli terminali in zone dove normalmente lo sviluppo è minimo o assente. Di frequente l’irsutismo può essere legato ad una aumentata produzione di androgeni e/o ad una aumentata sensibilità recettoriale degli androgeni.
L’irsutismo, quindi, va distinto dall’ipertricosi che è una condizione caratterizzata da un aumento dei peli terminali in sedi in cui questi sono normalmente presenti nella donna, solitamente accompagnato da un aumento del vello, cioè del pelo non androgeno-dipendente, in quelle sedi (avambraccio, gambe, zona lombosacrale) non tipiche dei caratteri sessuali secondari. Comunemente parliamo di ipertricosi per indicare qualsiasi situazione in cui esista un oggettivo, o anche solo soggettivo, eccesso di peli. Se ne distinguono forme primitive (congenite) e secondarie, a loro volta localizzate o diffuse. Poiché la crescita dei peli “testoidi” è abbondante e tipica nel sesso maschile, l’ipertricosi, per definizione, riguarda esclusivamente il sesso femminile.
L’irsutismo invece è una condizione patologica che riguarda soprattutto le donne e che nella gran maggioranza dei casi è fonte soprattutto di problemi estetici. In alcuni casi, però, possono coesistere anche importanti alterazioni metaboliche e comportamentali che rendono questa condizione molto più complessa di quanto il solo danno estetico potrebbe far pensare.
L’irsutismo interessa il 5-15% delle donne e le zone androgeno-dipendenti più colpite sono: viso, mento, collo, petto, area ombelico-pubica e cosce.
Una accurata diagnosi indirizza alla scelta corretta della terapia con un risultato efficace della stessa.
La causa che determina l’irsutismo è un’aumentata azione degli ormoni sessuali maschili (androgeni) a livello dei tessuti bersaglio. Questo può avvenire per due motivi: o perché vi è una aumentata produzione di androgeni o perché vi è una maggior sensibilità agli androgeni da parte dei tessuti periferici (peli, ghiandole sebacee).
Pertanto, nel primo caso, visto che nella donna gli androgeni vengono prodotti solo a livello di due ghiandole endocrine (ovaie e surreni), l’eccesso di androgeni che si riscontra nell’irsutismo può avere origine o dalle ovaie (sindrome dell’ovaio policistico, ipertecosi, tumori ovarici), o dai surreni (sindromi adreno-genitali, tumori surrenalici, sindrome di Cushing) o da entrambi.
Nel secondo caso, invece, i livelli degli androgeni possono esser anche nei limiti di norma ma, data la maggior sensibilità agli androgeni da parte dei peli, anche normali livelli di androgeni possono comunque esser sufficienti a determinare la crescita di peli e lo sviluppo di acne.
Per quanto riguarda l'ipertricosi, tra le cause principali ricordiamo quelle legate all’ereditarietà, ai farmaci, alla malnutrizione (anoressia nervosa), all’ipotiroidismo, alle malattie dermatologiche (porfiria, nevi pelosi congeniti, tra cui il nevo di Becker) e post-traumatiche. Un caso particolare è quello dell’ipertricosi lanuginosa che può essere congenita (presente già alla nascita) o acquisita, ovvero secondaria ad anoressia nervosa (62-77%), a tumori dell’apparato respiratorio, gastro-intestinali o dell’apparato genitale femminile con esordio improvviso. Quando poi questa pelosità è notevole, al punto da ricordare quella maschile, si parla di virilismo pilifero.
Nessuna terapia può essere iniziata senza aver accertato, tramite visita endocrinologica e opportune analisi prescritte dallo specialista, l’origine dell’eccessiva crescita di peli. Nelle forme causate da malattie della ghiandola surrenalica va trattata la malattia di base. Nelle forme caratterizzate da modesto eccesso di androgeni circolanti (es. ovaio policistico) si possono somministrare moderate dosi di ormoni farmaci che contrastano gli effetti degli androgeni (antiandrogeni) associati alla pillola contraccetiva (es. ciproterone acetato, flutamide, etc) affiancati a cure cosmetiche (epilazione elettrica o laser).
Tra le metodiche citate l’opzione più valida e risolutiva resta la fototermolisi selettiva mediante sorgenti laser.

Le recenti innovazioni tecnologiche hanno reso queste terapie sempre più sicure ed efficaci, pur necessitando di diverse sedute per il raggiungimento di un risultato ottimale anche sotto il profilo estetico. Queste sorgenti laser, da non confondere con la luce pulsata, più in uso presso centri di estetica, sono guidate da un cromoforo (bersaglio) ben preciso, costituito dalla melanina contenuta nel pelo. In questo modo l’energia viene veicolata nel punto designato, evitando di provocare danni al tessuto circostante. Già a partire dalle prime sedute, i risultati sono ben evidenti e privi di complicanze comuni, invece, alle altre metodiche, come follicoliti, sovrainfezioni batteriche su taglio o abrasioni, cicatrici ed esiti discromici.
Il consiglio è quello di affidarsi a mani esperte, con comprovata esperienza.

Redazione Nuovaitaliamedica

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